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  • pubblicato su la Repubblica

Odio, Pluralismo e Democrazia


I recenti episodi di intimidazioni, alla associazione pro-migranti di Como e alle redazioni di Repubblica e Espresso, ripropongono l'antico dibattito tra tolleranza e repressione. Esistono temi e discorsi non ammissibili, per i quali non deve esserci spazio pubblico d'espressione? O, invece, come sosteneva John Stuart Mill, i discorsi più odiosi vanno comunque difesi perché servono anche a rinnovare, alimentare e legittimare la verità che li falsifica? Nel recente libro Free Speech, Timothy Garton Ash sostiene che questi dilemmi antichi si ripropongono oggi con maggiore forza in Rete. I filtri della profilazione algoritmica e la generazione di camere d'eco finiscono per cementificare i nostri pregiudizi trasformandoli in verità, alimentando polarizzazione e autosegregazione delle idee. E l'hate speech viene sdoganato come opinione e trasformato in confronto politico.

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