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  • Antonio Nicita

Big Tech: la proposta inglese

Con qualche giorno di anticipo sul pacchetto europeo di proposte che Thierry Breton e Margrethe Vestager riveleranno il 15 dicembre, la Digital Markets Taskforce inglese ha pubblicato il suo pacchetto, in risposta alla richiesta del Governo nello scorso marzo. Si tratta, quindi, per livello di dettaglio degli interventi richiesti, della prima cornice regolatoria, a livello mondiale, sui temi che in questi ultimi anni hanno interessato gli studi di esperti, istituzioni e autorità indipendenti. Sulla base dei documenti posti in consultazioni negli scorsi mesi, è peraltro ragionevole ipotizzare che molte delle proposte avanzate nel Regno Unito condividano un impianto generale con l’Unione Europea. Naturalmente qui, dall’altro lato del mercato, non ci sono operatori nazionali, ma piattaforme globali in cerca di uno standard regolatorio che solo una dimensione come quella della Unione europea può imporre al mondo come già avvenuto con il Gdpr. D’altra parte, da sempre, anche per ragioni storiche di primogenitura, anche su ruolo delle authorities, le riforme regolatorie e le politiche della concorrenza introdotte nel Regno Unito hanno agito da apripista per altre istituzioni in Europa.



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