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  • Antonio Nicita

Un «digital bonus» per la cablatura verticale degli edifici?


La cablatura verticale dei palazzi nelle nostre città, e ancor più nei centri storici, è da sempre il punto debole dei piani di infrastrutturazione di reti a banda ultra-larga. L’assenza storica di operatori tv cavo ha comportato il venir meno di una legacy di canaline di cablaggio verticale diffuse e strutturalmente presenti nelle opere condominiali, come avviene per altri servizi di pubblica utilità. Quel poco che fu realizzato decenni fa, con il famoso progetto ‘Socrate’, è stato in parte utilizzato nelle città dove si è proceduto a realizzare collegamenti in fibra fino all’abitazione dell’utente.

Tuttavia, il tema della cablatura verticale dei condomini continua a costituire uno dei principali ostacoli alla infrastrutturazione di reti a banda ultra larga fino all’utente per almeno tre ragioni: il costo in sé di tali opere, il coordinamento all’interno dei condomini, il coordinamento tra operatori tlc.

Sebbene una serie di interventi legislativi si siano succeduti, nel corso del tempo, per semplificare i meccanismi di autorizzazione e di intervento nei condomini, tra cui il ‘decreto fibra’ (Dlgs n. 259/2003 “Codice delle Comunicazioni Elettroniche”, art. 91; dl 25 giugno 2008, n. 112 conv. in l. n. 133/2008; dlgs n. 33/2016), l’accesso degli operatori ai condomini risulta in ogni caso difficile o ostacolato, persino nei casi in cui l’operatore annunci di offrire del tutto gratuitamente questo tipo di cablatura.

Oggi, una nuova opportunità potrebbe essere offerta con l’applicazione del meccanismo noto come

‘superbonus’, contenuto nel Decreto Rilancio. Com’è noto, con il superbonus, chi effettui interventi di isolamento termico, sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale e riduzione del rischio sismico nei propri condomini o abitazioni singole può aver diritto ad una detrazione del 110% sulle spese sostenute.

L’opportunità potrebbe consistere nell’estendere questo meccanismo a una sorta di «digital bonus» finalizzato proprio al cablaggio verticale dei condomini, prevedendo una dotazione aggiuntiva. Per due ragioni: la prima di ordine logistico, per cui una volta che si realizzano lavori di ristrutturazione nei palazzi diventa economicamente più efficiente includervi la cablatura verticale; la seconda di ordine tecnologico, nella misura in cui il futuro della sostenibilità ambientale ed energetica intelligente delle nostre case passa comunque anche dall’Internet of things, cioè da sistemi intelligenti che parlano tra di loro anche grazie a modalità always on realizzate con connessioni affidabili. Per non parlare delle prospettive di medicina a distanza che sono una parte integrante dei progetti Next Generation EU.

Secondo alcune stime, in Italia vi sono circa un milione di condomini per 30 milioni di unità immobiliari, per un totale di circa 14 milioni di famiglie. Un «digital bonus» permetterebbe di accelerare un tipo di infrastrutturazione digitale assolutamente necessario per connettersi a reti di comunicazione di altissima capacità, delle quali l’Italia ha avvertito forte l’urgenza durante la crisi Covid-19. Questa soluzione, peraltro, permetterebbe agli operatori di abbattere i costi di migrazione e di attivazione di nuove linee in tempi abbastanza rapidi, oltre a contribuire all’ammodernamento delle stesse abitazioni in condominio. Più complesso, naturalmente, è il caso di condomini ubicati nelle città d’arte o di palazzi storici. Ma anche in quel caso ci pare possa essere efficiente integrare, in uno stesso contesto d’intervento, eventuali iniziative legate all’ecobonus con opere civili finalizzate alla cablatura verticale dei palazzi con reti in fibra ottica.

Commento pubblicato su IlSole24Ore


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